Dott. Andrea Rohrich

Psicologo e psicoterapeuta

frame teorico

L’approccio della Psicologia Individuale

L’orientamento dell’Individual Psicologia pone le sue basi a partire dai riferimenti teorici di Alfred Adler, uno psichiatra che visse a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento. È annoverato per aver fondato la psicologia psicodinamica insieme a Jung e Freud.

A differenza dei due colleghi, i quali si sono concentrati maggiormente sull’aspetto intrapsichico (cioè tutto quello che si trova all’interno della psiche), contribuendo alla definizione di concetti quali il Sé, l’Inconscio e il rapporto fra l’individuo e le pulsioni, nelle pubblicazioni di Adler si nota una netta spinta relazionale, elemento che risulterà fondamentale nelle sue teorizzazioni. Il lavoro dell’autore si è concentrato maggiormente sui contesti di vita e di lavoro delle persone meno agiate, in una cornice teorica che tenesse sempre conto della salute e del benessere delle persone. Si potrebbe dire che in un secolo impegnato nella definizione degli strumenti di cura, Adler si è maggiormente concentrato nel ricercare le cause e le soluzioni per prevenire e promuovere il benessere.

L’approccio della Psicologia Individuale prevede una centratura costante sugli aspetti fondativi della persona: l’Individuo, fin dalla nascita, si trova inserito in una fitta rete di rapporti sociali con gli altri e con l’ambiente. La mutua influenza fra le caratteristiche biologiche della persona e gli elementi sopra citati determinano e costruiscono il mondo percepito dal soggetto, che è oggetto di studio e del lavoro analitico in psicoterapia.

FONDAMENTI DELLA TEORIA ADLERIANA

L’essere umano è un tutto, unico e indivisibile per quanto riguarda il rapporto fra psiche e corpo.

L’individuo è sempre in movimento e tale tensione psichica è diretta verso una meta, anche quando si ha la percezione che non stia succedendo nulla o che non si stia andando da nessuna parte.

L’individuo è sempre in movimento e tale tensione psichica è diretta verso una meta, anche quando si ha la percezione che non stia succedendo nulla o che non si stia andando da nessuna parte.

Quando si nasce, si è caratterizzati da una vulnerabilità biologica, o vulnerabilità d’organo. Adler ne parla come fosse una caratteristica che innatamente causa sofferenza o vergogna nella persona. Altrettanto, con la crescita, siamo naturalmente spinti a elevarci e superare tale condizione attraverso la volontà di potenza, o volontà individuale e, successivamente con l’emergere del sentimento sociale, ovvero la voglia di direzionare le energie in un senso pratico ed utile a sé stessi e alla società. Con un buon equilibrio fra la volontà di potenza e del sentimento sociale si assiste alla maturazione e al successo nella vita dell’individuo.

Noi tutti abbiamo tre compiti vitali da perseguire e curare costantemente: l’amore, il lavoro e le amicizie. Quando si verifica uno squilibrio fra tali elementi, oppure si trascura una delle tre aree, si incorre all’insorgenza di un sintomo psicologico che può essere trattato nella stanza di psicoterapia .

Nel modo di pensare adleriano e, di conseguenza dell’Individual Psicologia, l’analisi e il riesame di alcuni passaggi critici dell’esistenza, visti tenendo conto degli elementi di cui prima, permette una maggiore comprensione, consapevolezza e margine di azione per l’equilibrio e il benessere dell’Individuo. Il terapeuta non rimane passivo in tale processo ma, usando una metafora, inizia a camminare allo stesso ritmo del paziente e con creatività promuove il cambiamento.

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